venerdì, Aprile 26, 2024
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Altre terapie, rilassamento, terapie non convenzionali

Dr. Ciro Aurigemma

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L’orientamento sistemico-relazionale, si basa sullo studio della comunicazione umana e ha dato luogo alla Terapia familiare in cui il gruppo familiare e’ visto come un sistema aperto, che scambia con l’esterno ed e’ divisibile in sottosistemi (es. Genitoriale, dei figli, ecc.).

L’ unita’ di studio quindi non e’ piu’ l’individuo, ma il Sistema familiare, le cui interazioni sono governate da regole:

  • Totalita’: il sistema non e’ costituito dalla somma delle parti, ma dalla loro interazione reciproca e quindi qualsiasi cambiamento in una parte di esso produce cambiamento nelle altre parti e nel sistema piu’ ampio;
  • Omeostasi: equilibrio dinamico a cui tende costantemente il sistema di fronte a stress interni ed esterni;
  • Feedback o retroazione: meccanismo che regola il sistema e il suo equilibrio attraverso il controllo sulle informazioni e quindi modificando il comportamento in base alle risposte ricevute;
  • Causalita’ circolare: concatenazione di eventi causali successivi in una interazione continua.

Altro principio-guida e’ quello di ‘ciclo vitale’, costituto da diverse fasi evolutive, con crisi di passaggio.

Importante e’ anche il contesto in cui avvengono le interazioni e la cui osservazione permette di assegnare un significato, qualificare un comportamento, ecc.

Il gruppo di Palo Alto di G. Bateson studio’ la comunicazione delle famiglie con un elemento schizofrenico, identificando il doppio legame, e le regole della comunicazione.

Anche qui esistono diverse scuole che mettono l’accento sui diversi aspetti comunque il lavoro e’ sul gruppo familiare piuttosto che sull’individuo, a volte anche i terapeuti sono piu’ di uno.

Il concetto di fondo e’ quello di ‘paziente designato’ portatore del sintomo attraverso cui gli elementi del gruppo tendono a scaricare le responsabilita’ della situazione come un capro espiatorio. In realta’ il disagio di un elemento e’ segno di problemi presenti in tutto il gruppo. Le tecniche usate sono molte ricordiamo l’ uso della registrazione video e dello specchio unidirezionale che consente a uno o piu’ supervisori e allievi di vedere la seduta senza essere visti (naturalmente col consenso dei clienti) e intervenire durante o dopo.

L’orientamento biologico – neuroscientifico parte dallo studio del condizionamento del cane di Pavlov, dall’evoluzionismo di Darwin, dall’etologia o studio del comportamento animale di Lorenz e altri, dallo studio della fisiologia del sistema nervoso e del cervello, ecc. fino allo studio della specializzazione emisferica cerebrale di Sperry e altri. Negli anni ottanta vi e’ stata una convergenza graduale tra la prospettiva neuroscientifica e quella cognitivista oggi si parla di neuroscienza cognitiva che include studi neuropsicologici, neurofisiologici, studi basati sul modello del computer, psicologia, ecc. Tra le terapie vi sono quelle della riabilitazione neuropsicologica, della psicomotricita’ con specifici esercizi riabilitativi; delle terapie sessuali, centrate prevalentemente sul sintomo piu’ che su un cambiamento globale; degli approcci corporei basati su massaggi, respirazione, ecc.; delle terapie psicosomatiche, basate sulla ricerca delle cause psicologiche delle malattie fisiche, per ottenerne la guarigione.

Quelle inoltre della tradizione psichiatrica a base farmacologica, che prevedono l’uso di psicofarmaci a seconda dei disturbi, che agiscono sui neuromediatori cerebrali, spesso con dipendenza ed effetti collaterali che dovrebbero ridurne l’uso ai soli casi piu’ gravi e resistenti ad altre cure o integrandoli alla psicoterapia, come trattamento d’urgenza e poi da ridurre gradatamente a favore di altre terapie.

Tra le nuove visioni integrative e riabilitative la  Neuropsicofisiologica,  di  M. Trimarchi e altri, si basa sulla teoria della lateralizzazione degli emisferi cerebrali, di cui abbiamo spesso accennato e tende al riequilibrio fisiologico nell’ interazione tra gli emisferi cerebrali, in cui cioe’, sia il cervello sinistro, prevalentemente logico-razionale che quello destro, prevalentemente emozionale-creativo, siano sviluppati e attivi, in armonia, guidati dalla capacita’ decisionale e programmativa dei lobi frontali, in cui risiede la capacità di decidere e progettare autonomamente, l’Io cosciente, che va reso attivo nella terapia, affinche’ superi gli automatismi dei condizionamenti stimolo-risposta e dei modelli acquisiti nel passato che tendono a  ripetersi.

In questa terapia si cerca di evitare i farmaci, a meno che la persona non li usi gia’ da tempo o si trovi in una fase acuta grave, ma si considera la parola cosciente, usata dallo psicologo, come un ‘farmaco fisiologico’, poiche’ studiata nelle sue caratteristiche di stimolo fisico, che va ad interagire con strutture del sistema nervoso, producendo specifiche modificazioni biochimiche e strutturali nel suo interno, se si  conosce bene la  loro fisiologia.

Tuttavia non si tratta di una visione riduzionistica di tipo biologicista, come spesso accade in questo orientamento terapeutico, bensi’ si parla di un Io genetico dell’uomo, in cui sono presenti in tutti gli uomini tendenze evolutive da riattivare, verso valori universali, quali la dignita’ umana, intesa come rispetto di se’ e degli altri, la giustizia, come ricerca di equilibrio tra se stessi e l’ambiente, la liberta’ di decidere limitando i condizionamenti, l’amore, verso se stessi prima e poi verso gli altri. L’uomo e’ quindi in evoluzione continua, attraverso l’esperienza e la presa di coscienza di se’, di questi valori universali, del valore della vita come scoperta delle leggi naturali e fisiologiche dello sviluppo, per poter essere utile a se stesso e agli altri.

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