venerdì, Aprile 19, 2024
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Reddito di cittadinanza: chi rischia i tagli nel 2022?

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L’imminente Legge di Bilancio 2022, in fase di revisione, conterrà delle novità anche per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza.

La domanda da parte dei cittadini italiani è notevolmente aumentata nel 2021, complice anche la crisi economica scaturita dalla pandemia. Nuove misure si rendono necessarie per regolamentarne l’accesso e far sì che possa essere assegnato esclusivamente a chi ne ha diritto.

Il Governo starebbe infatti sviluppando un meccanismo anti-frode che entrerebbe in funzione a partire dal 2022, che prevede tagli al sussidio e certificato di residenza da accompagnare la domanda.

L’obiettivo è quello di incentivare al lavoro uscendo dal mero assistenzialismo e legando la misura alla riforma delle politiche attive. Chi potrebbe vedersi negati i soldi del Reddito di Cittadinanza nel 2022?

Tagli nel Reddito di Cittadinanza: novità su DID e certificato di residenza

Per ora le modifiche sono ancora in fase di discussione, ma a quanto pare la novità più importante riguarda i controlli che interesserebbero i beneficiari. A partire dal 2022, il controllo per valutare i requisiti del richiedente non avverrebbe dopo, ma prima di concedere la richiesta del reddito di cittadinanza. Per questo motivo, in fase di richiesta il beneficiario dovrà allegare il certificato di residenza.

Inoltre, prima che la domanda venga presa in esame dall’INPS, il richiedente dovrà allegare un documento in cui dichiara di essere immediatamente disponibile per il lavoro. Questa dichiarazione, chiamata DID, deve essere effettuata entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio dai componenti maggiorenni del nucleo familiare beneficiario del sussidio.

A quanto ammontano i tagli del Reddito di Cittadinanza?

Come previsto, l’assegno con cui viene erogato il reddito di cittadinanza subirà dei tagli, anche se l’entità e le modalità del meccanismo che determina la perdita del sussidio è ancora poco chiara.

La Legge di Bilancio 2022 potrebbe introdurre alcune limitazioni: su tutte il taglio dell’importo del sussidio in caso di rifiuto dell’offerta di lavoro, questione ancora in discussione.

Ad oggi, il reddito di cittadinanza viene annullato al terzo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, ma attualmente si tratta di un’eventualità rara, come spiega anche l’INPS. Difficilmente il sussidio viene revocato, perché le offerte non vengono notificate secondo la legge e perché spesso dai CpI difficilmente arrivano tre offerte per lo stesso beneficiario del reddito di cittadinanza.

Quanto farebbero risparmiare i tagli al Governo?

Per il nuovo anno, il sussidio è stato rifinanziato con 1 miliardo per portare la spesa 2022 al livello del 2021, pari a 8,6 miliardi. La sola stretta nei confronti del reddito di cittadinanza, e l’introduzione della revoca in caso di rifiuto del lavoro, permetterà al governo un risparmio quantificato in ben 700 milioni di euro.

L’eventuale risparmio scongiurerebbe l’aumento di 1,5 miliardi di euro per il nuovo anno, ma per le conferme occorre attendere.

Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il reddito di cittadinanza “non sta funzionando né per la parte di contrasto alla povertà, che è giusto che ci sia, perché non sta intercettando gli incapienti del Nord e scoraggia fortemente le assunzioni al Sud“. Le correzioni che verranno apportate dal governo Draghi dovranno anche incontrare il favore della maggioranza che lo sostiene.

Le reazioni politiche ai tagli del reddito di cittadinanza

L’utilità del reddito di cittadinanza continua ad essere terreno di scontro per le parti politiche.

Il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte, sulla misura voluta dai pentastellati, ha ribadito fermamente: “Abolirlo? Dovranno passare sul mio cadavere“.

Di avviso opposto Giorgia Meloni, che non ha mai nascosto la sua avversione per il sussidio di stato: “È metadone di Stato, non è un provvedimento di sviluppo. Creare lavoro è un modo di liberare la gente dalla povertà, non mantenerla con la paghetta di Stato come vogliono fare i 5 stelle, chiaramente per un fatto di consenso“.

Per l’attuale premier Mario Draghi il reddito di cittadinanza è un provvedimento democratico e ugualitario:

È ispirato a valori costituzionali, come l’eguaglianza e la solidarietà politica, economica e sociale. È il più recente in una lunga serie di interventi volti a sostenere le fasce più vulnerabili della popolazione in Italia Tuttavia ha alcuni limiti, soprattutto per quanto riguarda le politiche attive del lavoro“.

Credits immagine: Unsplash

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