venerdì, Maggio 3, 2024
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L’avv. Petriccione: “Da giovane donna ho sconfitto i cliché”

Avvocato internazionalista, nonostante la grande preparazione, ha dovuto sfidare diversi luoghi comuni per emergere: "Per dimostrare la mia professionalità ho dovuto fare il doppio del lavoro"

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“Bisogna convincersi che essere donna non rappresenti un limite”. Francesca Petriccione ha poco più di trent’anni ed è un avvocato internazionalista di successo. Si è laureata in Giurisprudenza in Italia con il massimo dei voti e ha frequentato un executive MBA a Yale, una delle più prestigiose università degli Stati Uniti.

Con determinazione e tenacia, oggi, è riuscita a emergere in un settore molto competitivo dove sono gli uomini a farla da padrone: “Ma ho dovuto fare il doppio del lavoro per sconfiggere la diffidenza e dimostrare la mia professionalità”.

Testimoniata da un percorso di assoluto successo e un curriculum con esperienze in diversi Paesi del mondo. A partire dal Medio Oriente, verso cui nutre una grande passione e dove ha preso parte a tantissimi eventi: “Sono stata l’unico avvocato internazionalista donna a partecipare al summit delle banche arabe che si è tenuto a Beirut”, racconta a italianewsonline.it. Merito anche della conoscenza dell’arabo, una delle cinque lingue parlate: “L’ho imparata anche per le mie antiche origini libanesi, un ulteriore segno di vicinanza culturale e comunicativa”.

L’avvocato che combatte i luoghi comuni

Francesca Petriccione non difende solo gli interessi dei suoi clienti. Da avvocato si batte anche per sconfiggere i luoghi comuni. A partire proprio da quelli legati al mondo arabo: “Qui c’è l’errata credenza che le donne vengano trattate in modo poco gradevole, e invece è stato il posto dove ho avuto meno discriminazioni. Una volta dimostrata la preparazione rispetto a una materia così tecnica, la diffidenza è sempre venuta meno. Oggi in Medio Oriente e Nord Africa sono molto conosciuta”.

Due Paesi che ha avuto modo di conoscere profondamente: “In Medio Oriente è nata la civiltà, ma oggi è una zona dove non c’è mai pace a causa dei continui conflitti per motivi religiosi e la presenza di potenze che fanno i propri interessi. Il Nord Africa invece sta diventando il nuovo centro del business, anche grazie all’attenzione ai temi della green economy e della salvaguardia del pianeta. Se ne parla poco, ma per alcuni aspetti sono più avanti di noi. Invece di stressare il pianeta, qui si è tornato alle origini puntando su risorse essenziali come l’acqua”.

Francesca Petriccione, la formazione

Da giovanissima Francesca Petriccione è diventata uno dei massimi esperti di internazionalizzazione delle imprese: “Nasco nella promozione del made in Italy all’estero, un biglietto da visita che permette di farci eccellere in tutti i mercati”.

Di recente ha anche allargato la sua prospettiva: “Negli States, grazie al calcio, è nata una collaborazione e un’amicizia con Joe Tacopina”. Celebre avvocato penalista e protagonista in Italia prima nel CdA della Roma, poi alla guida di Bologna e Venezia: “Con lui mi sono avvicinata al mondo delle acquisizioni e delle fusioni, lavorando con fondi interessati all’acquisto dei club di calcio. Operazioni dove c’è molta predisposizione al rischio imprenditoriale e la necessità di supporto tecnico dal punto di vista finanziario-giuridico”.

Un altro mondo, quello del calcio, “fatto di soli uomini e dove le donne sono spesso giudicate solo per l’aspetto fisico”. Proprio come quello del Merger & Acquisition (M&A): “Resta una concezione per cui siano gli uomini gli addetti a fare gli affari. Ogni giorno mi ritrovo a tavoli in cui la presenza della donna è pari a zero”.

“Genere ed età, in Italia il confronto fa paura”

Eppure l’avv. Petriccione non ne ha mai fatto un ostacolo, anzi l’ha trasformato in un punto di forza: “Porsi il problema è un limite, come dover decidere tra carriera e famiglia. La predisposizione deve partire da noi stessi. In termini di gender gap sono stati fatti progressi, ma resta un dato culturale difficile da prevaricare”.

E non è l’unico: “Si scelgono i professionisti per l’età perché si pensa portino un carico di esperienza. Ci vuole più spregiudicatezza e un approccio meno romantico. In Italia succede anche tra le grandi compagnie, qui il confronto fa paura e c’è poca elasticità. Non c’è empatia, si entra subito in competizione. Anche il Brasile, che ha problemi enormi, non ha questa struttura aziendale così gerarchica. Il mondo è cambiato moltissimo, sono saltati equilibri che duravano da anni come la leadership statunitense. In molti oggi provano sempre più simpatia per i Paesi asiatici”.

Il prossimo passo sarà l’uscita di un libro in inglese dopo l’estate. Racconterà la sua storia più personale: “Mi ha contattato a Dubai una giornalista saudita. Per dieci anni sono stata vittima di violenza, relegata a un topo da biblioteca senza possibilità di confrontarmi con nessuno. Quest’uomo mi aveva convinta che non sarei stata nessuno senza la sua presenza. Ognuno lo metabolizza con i propri tempi e modi, io ho ricostruito me stessa e la mia carriera. Ci sono poche donne con la mia storia”. L’ennesima battaglia vinta e da trasmettere come esempio.

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