Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a conclusione della tavola rotonda “Nuovi modelli per accelerare lo sviluppo del digitale nella Pubblica Amministrazione”, si è espresso in merito allo stato della digitalizzazione.
Così si è espresso Brunetta: “Nel settore pubblico ci sono 32mila amministrazioni, 32mila repubbliche, 32mila tessere. Ognuna ha una sua consistenza, una sua esistenza, con regole differenti rispetto al privato, grande diversità, infinite sfumature. Questo assetto, tutto sommato, funziona. Oggi stiamo crescendo al 6,3%, stiamo affrontando la pandemia meglio degli altri. Non dobbiamo essere troppo pessimisti.”
“Abbiamo ora davanti una fase tecnologica che richiede un nuovo ecosistema – ha spiegato il ministro – capace di coniugare il massimo processo di decentramento con la massima concentrazione di scala efficiente. Interoperabilità, cloud. Concordo che serve un grande patto centro-periferia, anche politico, che permetta di non spazzare via le buone pratiche, le esperienze e gli investimenti e, al tempo stesso, di sincronizzare i valori e le culture locali con la più grande efficienza globale”.
“Il Pnrr, con la sua montagna di risorse condizionata alle riforme, agevolerà il dialogo tra centro e periferia per affrontare le transizioni. Io ho lavorato su tre fronti per spianare la strada alla digitalizzazione della Pa: semplificazioni, formazione, accesso. Dopo il primo decreto semplificazioni della scorsa estate, arriveranno entro i prossimi tre anni la mappatura e la standardizzazione di 600 procedure. Dobbiamo evitare che la transizione digitale si blocchi per la complicazione barocca della nostra burocrazia”.
“Sto, inoltre, lanciando un grande programma di alfabetizzazione digitale per la Pa, prima orizzontale e poi verticale, per settori. Grazie allo sblocco del turnover, assumeremo 500mila giovani entro il 2026. Un altro milione di persone lavorerà al Pnrr. Cambieremo il sangue alla Pubblica amministrazione“.
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