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Elezioni USA, quando la politica incide sull’economia. O viceversa.

Trump

Trump e Biden

Gli Americani andranno al voto tra non molte settimane: il 3 novembre saranno chiamati a scegliere tra una vision politica morbida votando il nome di Biden, area democrat, in contrapposizione al decisionismo protezionista dell’attuale Presidente Trump, visione da falco repubblicano.

Non sarà solo una preferenza di tipo politica:

A seconda del voto prescelto ci saranno inevitabili conseguenze negli assetti economici e finanziari (la borsa Usa) per gli stessi americani che, mai come d’ora, si sono ritrovati investitori nei mercati finanziari mentre l’economia a stelle e strisce è in fase di rallentamento.

Tasse societarie, energia e rapporti con la Cina sono i comparti sui quali si rifletterà maggiormente il voto, mentre le tecnologie emergenti e le infrastrutture sono i due settori che potrebbero uscire comunque vincitori (come spiegato nel nostro precedente articolo di pochi giorni fa: Tecnologia 5 G e Borsa, problema o opportunità?)

Trump e Biden: questione tagli fiscali

Se Trump è più favorevole alla tassazione strong verso i profitti societari, Biden vorrebbe ribaltare i tagli fiscali operati nel 2017, compromettendo lo sviluppo del Paese in mancanza di altre iniziative pro-crescita. Una marcia indietro rispetto a Trump, quella di Biden, che andrebbe a impattare gli utili dei settori che hanno più beneficiato dei tagli fiscali, anche se l’idea sarebbe quella di poter sostenere l’economia in aree di crescita, come il 5G e l’energia pulita. Inoltre il candidato democratico non partirebbe probabilmente subito con aumenti di tasse visto che l’economia è ancora in uscita dalla recessione.

Biden: il programma

Il programma di Biden parla di ingenti investimenti nelle rinnovabili e nella tutela ambientale, mentre Trump è più focalizzato sulle fonti tradizionali come petrolio, carbone e gas, con un regime fiscale e regolatorio favorevole. Il mantra di Trump, d’altronde è noto: America first! che in campo energetico significa rendere gli USA meno vulnerabili a possibili shock energetici che possano arrivare dal Medio Oriente o dall’OPEC.

Trump e Biden: “I rapporti con la Cina”

Il tema dei rapporti con la Cina è l’altro tema spinoso, sia nei contenuti che nel modus di affrontarli: mentre Trump non contempla la presenza delle tecnologie cinesi nel mercato e nelle infrastrutture americane, Biden è più orientato verso una politica di costruzione di alleanze seppure intenderà spendere 300 miliardi di dollari per garantire la competitività tecnologica degli USA nei confronti della Cina.

Le big tech e le infrastrutture saranno i settori –anche di borsa- pronti a soffrire un po di più: di solito le presidenziali sono precedute da nervosismo dei mercati destinato a dissiparsi quando gli investitori sono in grado di ‘prendere le misure’ al vincitore. Non un gran favore ai grandi titoli tecnologici che hanno guidato il recupero post-crisi di questi mesi.

In ogni caso i nuovi americani, diventati cosi abili ad investire i loro risparmi nella borsa americana, sapranno certamente selezionare quei titoli ciclici, quelle tecnologie emergenti, le infrastrutture e i segmenti dell’energia pulita, che potrebbero rivelarsi vincitori nel dopo elezioni, con buona pace della loro personale visione politica perché ….business & financial first!