sabato, Aprile 27, 2024
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Decreto ‘Infrastrutture’: le novità per il Sud

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La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la conversione in legge con modifiche del decreto-legge su investimenti e sicurezza delle infrastrutture, che il Consiglio dei Ministri aveva varato lo scorso 2 settembre. Il testo va ora all’esame del Senato.

Il provvedimento contiene alcune norme promosse dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale. Si tratta di “una svolta nel superamento delle diseguaglianze tra Nord e Sud e nel riscatto delle regioni meridionali“, ha commentato il ministro Mara Carfagna. “Con queste misure cominciamo a demolire il muro invisibile che divide il Mezzogiorno dal resto del Paese in materia di infrastrutture, edilizia scolastica, progettazione territoriale”.

L’esame parlamentare a Montecitorio ha apportato ulteriori elementi di novità al testo, che riguardano in particolare l’agevolazione ‘Resto al Sud’, il cosiddetto Fondo progettazione e l’applicazione del vincolo del 40% dei fondi destinati al Sud. Queste modifiche, se mantenute, entreranno in vigore solo dopo l’approvazione definitiva del testo.

Ecco, in sintesi, le principali misure che interessano il Sud e le aree interne.

Perequazione infrastrutturale: tempi certi per il fondo da 4,6 miliardi

L’utilizzo del Fondo perequativo infrastrutturale, pari a 4,6 miliardi di euro da utilizzare tra il 2022 e il 2033 e riservato a colmare il divario di infrastrutture tra le aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, è rimasto finora bloccato dalla difficoltà a procedere concretamente con la ricognizione delle opere esistenti e, quindi, con la definizione del gap da recuperare.

Il decreto ‘Governance e Semplificazioni’ aveva spostato il termine per completare la ricognizione al 31 dicembre 2021. Ora, il decreto ‘Infrastrutture’ individua scadenze più definite e tappe più chiare per sbloccare l’utilizzo delle risorse.

  • Entro il 30 novembre 2021, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (sentite le amministrazioni competenti e le strutture tecniche del ministro per il Sud e la Coesione territoriale) dovrà effettuare la ricognizione delle infrastrutture di competenza statale, mentre per le altre questo compito spetterà agli enti territoriali e ai soggetti pubblici e privati competenti, anche con il supporto dell’Agenzia per la Coesione territoriale (da completare con un documento della Conferenza Stato-Regioni entro il 31 dicembre 2021).
  • Entro il 31 marzo 2022 un DPCM stabilisce i criteri di priorità e le azioni da compiere per recuperare il divario infrastrutturale individuato con la precedente ricognizione e assegna ai Ministeri competenti le quote di finanziamento.
  • Entro 30 giorni dal DPCM, i Ministeri redigono un Piano di intervento (previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, che se non raggiunta può essere superata in Consiglio dei Ministri) e possono far partire i lavori.

Un Fondo per i concorsi di progettazione e idee

I Comuni fino a 30mila abitanti del Sud e delle aree interne, oltre a quelli delle regioni Umbria e Marche e le Province e Città Metropolitane presenti in tutti questi territori (novità queste ultime introdotte con un emendamento alla Camera dei Deputati) avranno a disposizione le risorse per indire concorsi ai quali invitare ingegneri, architetti o progettisti per acquisire progetti in ambito urbanistico e di innovazione sociale. In questo modo, potranno prepararsi al meglio per partecipare ai bandi finanziati con le risorse del PNRR, dei Fondi strutturali europei e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Di conseguenza, i concorsi indetti dovranno essere coerenti con le finalità previste da questi ultimi. I Comuni fino a 5.000 abitanti possono scegliere in via alternativa al concorso di impegnare le risorse direttamente per affidare incarichi tesi alla redazione di studi di fattibilità (emendamento parlamentare).

In particolare, il Fondo prevede una dotazione che il Parlamento ha elevato fino a 161.515.175 euro. La ripartizione delle risorse ai singoli enti avverrà attraverso un DPCM che sarà emanato entro il 30 novembre 2021 su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale. Una quota del 5% è riservata come meccanismo premiale per i concorsi indetti da Unioni di Comuni. Gli enti beneficiari dovranno impegnare le risorse entro 6 mesi dalla pubblicazione del DPCM.

I progetti vincitori dei concorsi potranno accedere a una ‘corsia preferenziale’ per il finanziamento nell’ambito delle politiche di coesione.

Estensione di ‘Resto al Sud’ al commercio e alle isole minori

L’incentivo ‘Resto al Sud’, attualmente previsto per le imprese e i liberi professionisti del Mezzogiorno e dei Comuni del Centro Italia colpiti dal sisma del 2016-2017, è esteso anche alle attività commerciali e ai Comuni delle isole minori del Centro-Nord, lacustri e lagunari. La decisione di ricomprendere tra le attività ammissibili al finanziamento anche quelle del commercio (compresa la vendita di beni prodotti nell’attività dell’impresa) è stata introdotta con un emendamento parlamentare, così come pure l’estensione anche ai Comuni delle isole lagunari e lacustri. Rimangono invariate le risorse a disposizione, che potranno così essere assorbite con una maggiore velocità. 

Estensione del vincolo del 40% di fondi al Sud

Un emendamento introdotto alla Camera dei Deputati estende il vincolo del 40% delle risorse da destinare al Sud anche ai contributi attribuiti dal Ministero dell’Interno ai Comuni, per realizzare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico (ad esempio, interventi su illuminazione pubblica, risparmio energetico di edifici pubblici, installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) e di sviluppo territoriale sostenibile (compresi interventi sulla mobilità, la messa in sicurezza di scuole a patrimonio comunale, l’abbattimento di barriere architettoniche). La misura è prevista dalla Legge di Bilancio 2020.

Credits immagine: Unsplash

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