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Claudio Sclavo: “Investimenti a partire dai piccoli centri per rilanciare il made in Italy”

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Claudio Sclavo è da luglio 2020 Direttore della Direzione ICT della Tron Group Holding.

Entra nel Gruppo nel 2013, ricoprendo posizioni in ambito dirigenziale: da ottobre 2013 a dicembre 2014 come Presidente della Tron Group a capo dell’Area di Business ICT nella società specializzata in IT. Nel 2015 ricopre il ruolo di Amministratore Delegato della Tron Group per poi passare a dicembre del 2015 nella Holding sempre nel ruolo di Amministratore Delegato dove porta avanti (ricoprendo ad interim il ruolo di Direttore Commerciale) la linea di Business ICT nella quale ha sempre lavorato e portato avanti progetti attraverso la fornitura di personale specializzato e progetti chiavi in mano. Ricopre il ruolo di Amministratore Delegato fino a giugno del 2020.

Prima di arrivare in Tron Group Holding, Claudio Sclavo ha lavorato in altre società del mercato ICT. La redazione di Italia News Online lo ha incontrato per una breve intervista.

  • Ing. Sclavo, ci sa riassumere il poche parole il successo della sua Divisione ITC?

La nostra Divisione ha sempre un’approccio relazionale e contrattuale mirato alla creazione di un rapporto di “partnership” con il cliente. Un sodalizio, una collaborazione stretta, un rapporto commerciale o economico fra le parti, che crea un diverso approccio in fase di ingaggio o erogazione del servizio, come fossimo una Divisione interna del Cliente stesso.

  • Quanto influisce nell’eco Sistema della vs Attività il Mondo Digitale?

Cambiamenti radicali, veloci e pervasivi, come quello rappresentato dalla trasformazione digitale, provocano inevitabilmente squilibri, presentano sfide nel delineare strategie di sviluppo e portano con sé esternalità negative (perdita di posti di lavoro; necessità di definire nuove politiche industriali e promuovere nuovi settori ad alta innovazione.

Per cogliere le opportunità del cambiamento la nostra attività si è organizzata nel governare la trasformazione mettendo in gioco e a fattore comune il livello di elaborazione della ricerca, i saperi e le competenze del nostro eco sistema delle attività proposte ai Partner.

Abbiamo unito la trasformazione alle radici delle competenze, fornendo servizi sempre più smart e cavalcando in positivo il momento socio-politico, stiamo contribuendo ad un interscambio di informazioni e know-how sempre più spinto alla rete ed al network tra realtà.

  • Quale previsione intravede in ambito IOT a favore delle piccole città di provincia?

La previsione che intravedo è sicuramente molto focalizzata sui dispositivi utilizzati in ambito medico che sono collegati a Internet e possono comunicare tra loro. Soluzioni che consentono, ad esempio, di localizzare e ottenere informazioni in tempo reale sui propri asset, gestirli da remoto o in modalità automatica.

Comportando non solo un’assistenza di alta qualità e un notevole risparmio di tempo, ma anche una maggiore sicurezza del paziente. La gestione delle strutture sanitarie diventa più efficiente: sei sempre connesso ai tuoi dispositivi, ai dati necessari e alle informazioni dei pazienti.

Stiamo lavorando su soluzioni che abbiano caratteristiche di flessibilità e personalizzazione: i sistemi possono infatti adattarsi ad ogni struttura, indipendentemente dalla specializzazione o dalle dimensioni. È anche possibile integrarli con tecnologie e software già esistenti, connessi e modificati.

Rendendo così la conoscenza della tecnologia verticale sul mercato e sulle aree di applicazione, portando così la trasformazione tecnologica nella cultura e nella tradizione che il Nostro paese ha ed è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. E questo deve farsi a partire da dove la tradizione è più intrinseca al tessuto sociale, ossia nei piccoli centri di provincia.

  • Ritiene che il Big Data sia rilevante per le probabilità di calcolo che si nascondono in una previsione climatica?

Quando parliamo di big data, parliamo soprattutto della capacità tecnologica di elaborare ed analizzare dati per estrarne informazioni strategiche. Ritengo infatti che sia rilevante nella forma in cui l’elemento fondamentale da tenere a mente, non è solo il fatto che oggi produciamo e cataloghiamo quotidianamente migliaia di dati, ma è soprattutto la capacità di usare – elaborare ed analizzare – le informazioni provenienti da questi dati. Questa è la nuova sfida per cambiare e governare la trasformazione climatica e sociale.

  • La gestione della filiera industriale del ns paese sta in crisi, quali sono gli aspetti ostativi che a suo giudizio ne impediscono lo sviluppo?

La mancanza di investimenti a partire dai piccoli centri per rilanciare il prodotto made in Italy. La burocrazia che spesso imprigiona l’estrosità e la grande fantasia che ci ha sempre permesso di esportare idee e soluzioni nel mondo. La pressione fiscale ed il peso contributivo inchioda le aziende ad un congelamento delle attività a vantaggio di nazioni in cui questo è assolutamente più leggero.

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