venerdì, Aprile 19, 2024
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Andrea De Priamo: “Migliorare l’occupabilità per rilanciare l’economia”

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Andrea De Priamo, Laurea in giurisprudenza, inizia a fare politica nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del MSI, nel quartiere della Garbatella, la stessa sezione in cui, anni dopo, accoglierà la giovane Giorgia Meloni.

È stato consigliere municipale prima a Garbatella e poi all’EUR dal1993 al 2008, Presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea Capitolina dal 2008 al 2013, Vicepresidente dell’Assemblea Capitolina dal 2016 al 2018, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Assemblea Capitolina dal 2018 al 2021, Presidente della Commissione Trasparenza di Roma Capitale dal 2021 ad oggi. Eletto in Senato con Fratelli d’Italia il 25 settembre 2022.

Con Andrea De Priamo abbiamo fatto il punto della situazione su molte delle tematiche oggetto di dibattito.

  • Quali sono i valori fondamentali a cui si ispira nel suo lavoro e a cui il Paese dovrebbe ispirarsi?

Innanzitutto lo spirito di servizio verso il mio popolo e verso la mia Patria. E poi, ma non per importanza, l’onestà, la dignità e il rispetto. Se, sia nel mio lavoro che nell’approccio che ognuno dovrebbe avere nel quotidiano, riuscissimo con onestà a impegnarci per garantire a ciascuno di ottenere dignità nel lavoro e nella vita quotidiana, riconoscendo il rispetto dell’altro come strumento di confronto e come fine, senza dubbio faremmo un passo importante verso una società più giusta, equa e veramente libera. Perché quando si riescono a garantire la dignità dell’individuo e il rispetto della persona sotto qualsiasi profilo, si è liberi da condizionamenti e si è davvero liberi.

  • In occasione della Giornata delle vittime della strada si è espresso sull’importanza di attuare seri provvedimenti per contenere il fenomeno, a cosa si riferisce?

Il fenomeno, sempre più crescente, dei sinistri stradali con vittime è legato troppo spesso all’irresponsabilità di chi si mette alla guida dopo l’assunzione di alcolici o, peggio, sostanze stupefacenti. E, come spesso accade, al mancato rispetto delle prescrizioni previste dal Codice della strada. Occorre il massimo sforzo da parte di tutte le istituzioni coinvolte, dalle amministrazioni locali alle forze dell’ordine, per intensificare i controlli sul territorio e favorire sempre più il rispetto del codice della strada.

Da parte del Governo ci sarà sicuramente il massimo impegno per sostenere azioni in tal senso, e le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Meloni in occasione della Giornata delle vittime della strada vanno in tal senso. Inoltre, e lì andiamo su un tema più ampio ma di fondamentale importanza, occorre sancire in maniera inequivocabile il principio della certezza della pena con processi veloci e pene severe per i responsabili di incidenti stradali con vittime, sia in ottica di deterrenza che per rendere giustizia alle vittime. E, su questo piano, occorre offrire ai feriti e alle vittime, e ai loro familiari, il massimo supporto normativo e assistenziale.

  • Il governo Meloni non ha intenzione di fare retromarcia nella gestione degli sbarchi. Lei che posizione ha in proposito?

La linea del Governo Meloni è, senza dubbio, la più corretta. In questo momento si sta tenendo il punto su due temi fondamentali: il rispetto delle regole in materia di ingresso nel territorio italiano e il rispetto del principio di cooperazione e di redistribuzione tra stati europei. L’Italia rappresenta il confine dell’Europa e, per posizione e conformazione, è una delle principali porte che richiedenti asilo e migranti utilizzano per accedere al territorio europeo.

La linea ferma in materia di sbarchi serve a ribadire che il problema dei richiedenti asilo va gestito da tutti gli stati appartenenti all’UE garantendo il diritto di asilo a chi fugge da guerre o da situazioni che prevedono la possibilità di avere asilo, ma la redistribuzione è l’unico modo per tutelare i richiedenti asilo. Altre nazioni hanno criticato la fermezza del Governo Meloni in materia di sbarchi, ma il fatto che, sia in passato che attualmente, la loro risposta al problema sia il blocco del passaggio dei migranti al confine con l’Italia, fa capire quanto tali critiche siano il pretesto per lavarsi le mani del problema e scaricare tutto sulle spalle dell’Italia.

Inoltre, cosa non meno importante, va scardinato il racket degli scafisti, favorito dagli appuntamenti in alto mare con le navi delle ONG, che sta alimentando un vero e proprio traffico umano che arricchisce la criminalità, impoverisce ulteriormente chi paga migliaia di euro per il sogno di una vita migliore in Europa e si ritrova catapultato in situazioni sociali ed economiche che non permettono di accogliere tutti e di garantire una vita dignitosa a tutti. Il che, come vediamo nelle nostre città, alimenta la platea di poveri e disagiati e, troppo spesso, offre manovalanza per la criminalità locale.

E, va anche detto, chi è più povero dei migranti economici che riescono a racimolare la somma per affrontare il viaggio, rimane nel proprio paese. E’ assolutamente necessario arginare il traffico di migranti economici e, attraverso la cooperazione internazionale, creare lì occasioni di crescita e sviluppo, anziché continuare a considerare l’Africa e l’Asia in ottica neocolonialista attraverso il depredamento delle loro risorse.

  • Il Decreto aiuti ter basta per sostenere famiglie o imprese o c’è ancora molto da fare? Quali sono le sue proposte in merito?

Il Decreto Aiuti Ter è un provvedimento che il Governo Meloni ha ereditato dal Governo precedente. E, sia per questioni di urgenza che per il poco tempo intercorso tra l’insediamento del nuovo Esecutivo e la fine dell’esercizio, si è scelto di portarlo in aula con lacune modifiche per affrontare le questioni più cogenti e non creare dei pericolosi vuoti. Già con la nuova manovra di bilancio si inizia a dare un’impronta più chiara ai provvedimenti, con decisione e con coerenza rispetto agli impegni assunti in campagna elettorale.

Va detto che anche la manovra risente del poco tempo che si è avuto a disposizione per elaborarla, ma sono già presenti numerosi interventi per sostenere famiglie e imprese nel fronteggiare la crisi energetica, sono state introdotte misure per agevolare la conversione dei contratti di lavoro da tempo determinato a indeterminato o per l’assunzione di attuali percettori del reddito di cittadinanza, è stata portata dal 25% al 35% l’aliquota sugli extraprofitti energetici, è stata rivista l’IVA su numerosi prodotti e quella sul gas, e si sta procedendo alla modifica del reddito di cittadinanza per trasformarlo in misura di sostegno a chi non è abile al lavoro. L’obiettivo che ci si è prefissati è di migliorare l’occupabilità per rilanciare l’economia e per uscire da forme assistenzialiste fini a se stesse.

  • Dopo essere stato indicato dal Gruppo di Fratelli d’Italia quale Commissario della VIII (Ambiente, Lavori Pubblici, Comunicazioni) e Sostituto Permanente del Ministro Santanché nella I (Affari Costituzionali, interni, enti locali), quale sarà il suo apporto per Roma Capitale?

Al di là di un rapporto affettivo ed emotivo molto forte con la mia città e con la realtà amministrativa in cui ho mosso i miei primi passi e in cui per anni ho rappresentato i cittadini romani tra consiglio municipale e assemblea capitolina, considero il mio attuale mandato di senatore al servizio della Nazione, ma anche al servizio della mia città.

Per cui sarò sempre parte attiva nei processi di cambiamento e di miglioramento che, ove possibile anche con la collaborazione con l’Amministrazione locale, e soprattutto continuerò a battermi per far ottenere a Roma i poteri speciali che si confanno allo status di Capitale e che consentirebbero una gestione più adeguata alle esigenze di una città vasta e con esigenze e problematiche particolari.

  • Parlando sempre di Roma, come è possibile arginare lo spinoso problema delle occupazioni?
    Cosa ne pensa, invece, della svendita del patrimonio immobiliare perpetrata da Ater?

Il problema delle occupazioni è una vera e propria piaga e, cosa grave, rientra in un preciso disegno strategico gestito da una sorta di racket. L’emergenza abitativa a Roma è ben oltre la soglia di allerta, ma l’ammiccamento tra l’attuale amministrazione comunale e frange estreme che gestiscono le occupazioni, sta alimentando sanatorie inaccettabili e indegne graduatorie parallele per l’accesso ad alloggi di edilizia popolare.

Anche l’iniziativa del Sindaco Gualtieri e del Partito Democratico di modificare la cd Legge Lupi nel punto in cui stabilisce l’impossibilità di eleggere residenza in alloggi occupati o di non poter avere assegnazioni pubbliche nei 5 anni successivi l’aver occupato un immobile, va in questa disastrosa direzione. Ma da un Sindaco che ha svolto la sua campagna elettorale all’interno delle più grandi occupazioni romane non potevamo aspettarci indirizzo diverso.

Abbiamo cercato di contrastare con tutti i mezzi questa impostazione, anche perché crediamo che l’unico modo per ottenere un alloggio sia quello, avendone i requisiti, di fare richiesta. Anche perché, la sanatoria in favore degli occupanti con concessione dell’alloggio, di fatto crea un canale preferenziale degli occupanti nei confronti di chi, senza aver mai violate la legge, è in graduatoria e vede allungarsi i tempi per l’assegnazione di una casa.

La svendita del patrimonio immobiliare di ATER, tra cui la storica sede sul lungotevere, ci ha visti contrari in quanto si tratta di una manovra per risanare i conti dell’azienda e che non avrà alcun impatto positivo sull’edilizia popolare. Siamo fermamente convinti che occorra dar vita a un piano speciale per l’emergenza abitativa a Roma, liberando gli immobili occupati abusivamente, ristrutturando e rendendo disponibili gli alloggi attualmente inutilizzati assegnandoli a chi da anni attende lo scorrimento della graduatoria, e immaginando il recupero di edifici pubblici inutilizzati o la realizzazione di nuovi edifici da destinare a erp.

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