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Chi ha paura della nuova inflazione?

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Timori dagli Usa
L’inflazione è tornata recentemente al centro dell’attenzione e già produce effetti sul comparto finanziario, pericolosamente sempre più parente stretto della (scarsa) economia reale. Ma come si genera l’inflazione in questo contesto di basse spese e pochi investimenti?

La nuova amministrazione USA di Joe Biden decide di sostenere la ripresa post-Covidiniettando nel sistema americano oltre 2 mila miliardi del piano per le infrastrutture: è l’ultima manovra fiscale che dovrà essere approvata dal Congresso. Una vera e propria valanga di liquidità destinata a trasformarsi in una poderosa crescita della domanda quando l’emergenza pandemia sarà alle spalle. Se, quindi, da un lato verrà sostenuta la crescita, dall’altro un impatto significativo verrà registrato anche a livello di inflazione ‘locale’ ovvero negli Usa”.

Riflessi in Europa

E’ probabile che i rendimenti più elevati dei titoli governativi statunitensi portino ad un inasprimento (ingiustificato) delle condizioni finanziarie nell’Eurozona, tanto è vero che qui da noi si prevede un calo del Prodotto interno lordo nel primo trimestre a fronte di un rialzo temporaneo dell’inflazione;  per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, l’Ocse ha rivisto al rialzo le aspettative di crescita nel 2021, portandole al 6,5%.

Perché allora vedremo rendimenti più elevati per i titoli Usa? Beh… perché quello che guida l’economia è (da sempre) l’ottimismo e la fiducia e di là, oltreoceano, la fiducia è più consistente rispetto a quella di noi europei.  

Ed ecco allora le conseguenze in Europa: lo spauracchio dell’inflazione. L’aumento dei tassi reali negli Usa ha trascinato al rialzo anche quelli dell’area euro, ma il vecchio continente non può permettersi tassi più alti perché la ripresa appare ancora lontana, il piano di vaccini procede con lentezza e il debito pubblico pesa sempre più come un macigno.

Ci sono alcune regole per proteggersi:

Può essere d’aiuto ragionare su un “tasso di inflazione personale”, ad esempio, riflettendo bene sulle abitudini di acquisto di ciascuno di noi, a cosa mettiamo nella lista della spesa e quanto pesa ciascuna voce (beni alimentari, trasporti, medicinali, ecc.). Ad esempio, un incremento del prezzo della benzina graverà maggiormente su chi fa uso frequente dell’auto.

Pensioni e carovita

Un secondo suggerimento riguarda chi è vicino o è già in pensione. Mettersi al riparo dalla “inflazione personale”, significa attuare altre misure e altre scelte con protezione dal caro-vita, cosi come con una polizza assicurativa long term care ci si protegge dal rischio di non autosufficienza in età avanzata.

In questo particolare scenario, come deve investire, chi può? Compro casa? Azioni?

Le Azioni a lungo termine sono tutto sommato una forma di investimento perché battono l’inflazione, a tendere, mentre in un contesto di inflazione possono esserci dei vantaggi nell’acquistare casa perché i soldi presi in prestito con il mutuo (e che andranno restituiti) valgono meno.

Ricordiamo sempre che inflazione significa prezzi che aumentano e quindi maggiore quella parte di reddito che dobbiamo destinare ai consumi; la conseguenza è il minor quantitativo di denaro che riusciamo a mettere da parte, cosa che di per sé potrebbe compromettere il raggiungimento di determinati obiettivi futuri.

Non c’è da avere paura dell’inflazione se ben monitorata e presa in tempo; per fare questo, però, noi italiani dobbiamo crescere di più sul piano dell’educazione finanziaria; appositi corsi gratuiti si stanno attivando in queste settimane a livello nazionale e lo scopo finale resta chiaro: smobilizzare quella enorme massa di denaro dormiente sui conti correnti bancari e talvolta sotto il materasso che fa l’abitudine e dna dei figli di Dante, Manzoni e Garibaldi.