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AIRL: a Roma il Gala dell’amicizia italo-libica

Lo scorso 27 novembre 2021 all’Hotel Forum di Roma si è tenuta la Convention Nazionale AIRL Le rose del deserto Italia e Libia per il dialogo, la cooperazione, lo sviluppo”.

L’evento ha riunito i vertici dell’AIRL tra cui la Presidente Francesca Prina Ricotti, il vicepresidente Andrea di Maso e il Segretario Generale Giovanni Cubeddu, con l’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, e tanti altri ospiti italiani e libici. L’evento è stata supportato da Atlanis, un’azienda con l’esperienza ventennale del suo fondatore, Andrea Di Maso, nata con lo scopo di sviluppare fin dalle sue origini competenze e professionalità nel mondo del business. 

La Presidente ha aggiunto: “Ho la fortuna di essermi cresciuta in un ambiente multiculturale, dove la cultura libica è da sempre apprezzata e tramandata di generazione in generazione. Questo è anche un mio obiettivo: tramandare, incoraggiare e diffondere la conoscenza di un Paese importante come la Libia. Ringrazio tutte le persone che sono riuscite a venire qui da tutta Italia, ma soprattutto coloro che arrivati dalla Libia, nonostante le mille difficoltà legate al viaggio e alla situazione emergenziale causata dalla pandemia. E’ molto importante per noi ricominciare questa collaborazione. Essere parte attiva nelle relazioni tra Italia e Libia in tutti i campi e sotto tutti gli aspetti: formazione, impresa, cultura, archeologia, ecc. Da oggi l’Associazione lavorerà duro per raggiungere gli obiettivi prefissati, e fare in modo che questa serata sia solo l’inizio di una nuova vita, l’inizio di numerosi progetti, l’inizio di una collaborazione italo-libica stretta. Questa è la nuova AIRL”.

In foto: Andrea di Maso (vicepresidente), Francesca Prina Ricotti (presidente) e Luciano Ciocchetti, membro del Consiglio Nazionale di Fratelli d’Italia

Anche il vicepresidente Di Maso ha rilasciato un commento: “La mia storia di uomo e di imprenditore si intreccia con una tradizione che certamente non ha aiutato né me né tantomeno la mia famiglia. Sono figlio di profughi, di solito non amo parlarne e forse molti dei miei amici e conoscenti non hanno mai realizzato realmente di cosa parlo.

In Libia nel 1970 vivevano 20mila italiani, perfettamente integrati con la popolazione locale. Molti di loro erano emigrati a Tripoli e avevano costruito il loro futuro investendo in attività imprenditoriali, proprio come fecero i miei nonni, con discreto successo. Ma Gheddafi, appena salito al potere, la pensava diversamente e confiscò loro ogni avere, considerandoli un residuato dell’imperialismo fascista.

Tornati in Italia con una valigia e poco altro, senza soldi né lavoro, molti rimpatriati come i miei genitori, migliaia, finirono nei campi profughi. I più fortunati avevano una casa in Italia e riuscirono ad avere quantomeno una fissa dimora da condividere con i diversi componenti dei nuclei familiari allargati. Lì rimasero per mesi o, addirittura, anni in casette fatiscenti o freddi casermoni, in locali senza riscaldamento, con i bagni in comune, cibo pessimo e senza alcuna privacy.

Sperimentarono sulla loro pelle la discriminazione verso il diverso, pur essendo italiani, e le privazioni da profugo in patria. Storie sorprendentemente simili a quelle dei migranti di oggi, coi quali condividono privazioni emotive e condizioni di vita disagiate. Atlanis con il mio gruppo imprenditoriale, sarà sempre al fianco della nostra comunità e al lavoro per il costante sviluppo del network insieme alla nostra Presidente Francesca Prina Ricotti ed alla governance dell’AIRL.