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Riconosci la tua Unicità

Your Life Skill is Your Brand

Tutti nascono unici, solo alcuni continuano a esserlo”.

Bob Marley, cantautore e chitarrista.

Nelle parole di Bob Marley è racchiusa l’essenza o l’estrema sintesi del concetto di “brand”. Tuttavia, solo alcuni continuano a essere unici perché per esprimere la nostra unicità è necessario anzitutto conoscerla (riconoscerla).

Possiamo azzardare ad affermare che dietro il lavoro che caratterizza il personal brand c’è una presa di coscienza di sé stessi; di ciò che si è. Più siamo consapevoli della nostra unicità e del nostro valore e maggiori saranno le opportunità di raggiungere il successo e realizzarci rispettando la nostra essenza (natura). Ma quanti di noi possono affermare di conoscere la propria unicità?

La conoscenza di sé non è tra le materie di studio delle scuole dell’obbligo, anche se ci sono insegnanti e pedagogisti che aiutano a sviluppare il potenziale umano. Per chi deve approfondire la conoscenza di sé è più opportuno parlare di “potenziale unicità”. Questa “potenziale unicità” fa di noi un “potenziale brand”. Il termine “potenziale” sta ad indicare proprio il momento che precede la piena e completa realizzazione e, in quanto tale, si contrappone al momento attuale (in caso contrario non avreste questo libro tra le mani). Trovarsi allo “stato potenziale” significa attendere di manifestarsi o realizzarsi compiutamente. Ma lo “stato potenziale” per manifestarsi o realizzarsi implica l’atto (l’azione) unita alla volontà. “Io voglio…” è una affermazione potenziante surclassata da varie affermazioni limitanti del tipo “vorrei, ma… non ho i soldi”, “vorrei, ma non è facile”; “vorrei, ma… si pagano troppe tasse”; “vorrei, ma… sono vecchio”; “vorrei, ma… c’è la crisi”; “vorrei, ma… la tecnologia non è il mio punto di forza”.

Quindi, una sana pratica è quella di liberarsi dalle convinzioni limitanti e il passo successivo è quello di concentrarsi sul proprio “potenziale”. Il “potenziale” rappresenta e racchiude tutte le nostre risorse o skill innate (attitudini, capacità, talenti, doni, propensioni, ecc…)

Per conoscere o riconoscere il nostro potenziale la prima cosa da fare è sbarazzarci dell’insicurezza, problematica molto diffusa dovuta essenzialmente ad una quasi totale inconsapevolezza di chi si è realmente.

Ci si sente inadeguati, confusi, insicuri, incerti sul futuro e la strada da seguire. La routine quotidiana con la sua frenesia e le sue incombenze ci priva della necessaria lucidità per farci comprendere i nostri valori e i nostri obiettivi. Il risultato è l’insoddisfazione o l’insignificanza esistenziale.

Soren Kierkegaard: “Nessuno al mondo è in grado di dirti perché esisti, ma visto che sei qui, lavora per dare un senso alla tua esistenza.”.

Impegnare la nostra vita in qualcosa che ci motiva, che ci fa comprendere il nostro senso esistenziale. Questa è la vera ricchezza. Essere autentici e sentirsi realizzati.

Per riuscire in questo intento, ovvero esprimere la propria natura, i propri talenti è necessario sbarazzarsi di un po’ di cose. Tra queste le convinzioni limitanti, i pregiudizi, condizionamenti vari, paura (di fallire ad esempio), ansie (non essere all’altezza per esempio) che ci sommergono. Un muro oltre il quale non vediamo e di cui, il più delle volte, non siamo neanche consapevoli.

Per andare oltre questo muro (del tutto immaginario e che abbiamo eretto con le nostre stesse mani anche seinconsapevolmente a suon di condizionamenti e etichette sociali) e realizzarci è necessario intraprendere un percorso di conoscenza di sé. Un viaggio all’interno di sé stessi.

 

Tu sei la partenza. Tu sei il tragitto. Tu sei la meta finale.”. (A. Di Maso, Coraggio di volare)