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Pedrizzi: “Covid e illegalità: la crisi del gioco pubblico”

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“Il gettito allo Stato è passato dai 14,5 miliardi del 2018 ai 15,5 del 2019 e si è drasticamente ridotto a 9,8 miliardi nel 2020 cioè meno 5,7 miliardi rispetto al 2019. Il gioco fisico si è drasticamente ridotto a causa delle chiusure pandemiche disposte dal governo da 74,1 miliardi del 2019 ai 39 miliardi del 2020 (-35,1). La maggior parte dei lavoratori, non solo quelli addetti “diretti” alle attività di gioco, ma anche quelli delle attività funzionali e di filiera, come dipendenti dei bar, delle pulizie, del personale impiegatizio ed amministrativo, della vigilanza ecc. ecc., avendo sospeso l’attività per lungo tempo, più di ogni altro settore sono stati penalizzati in termini di reddito. I rischi di chiusura definitiva poi li corrono principalmente piccole imprese familiari di gestione di agenzie di scommesse, esercizi pubblici e potrebbero riguardare centinaia di sale scommesse, di sale giochi e migliaia di bar, interessando solo in questo segmento della filiera almeno 30.000 addetti”. Lo scrive su formiche.net l’ex presidente della Commissione Finanze del SenatoRiccardo Pedrizzi.

“Stiamo parlando di 14.800 tra attività diretta o integrata negli esercizi dedicati, 12.000 gestori, quasi 28.000 assimilati cioè in esercizi, come i bar dove sono presenti awp, 1.700 produttori, oltre a 12.000 lavoratori delle sale bingo. Solo per le sale scommesse ci sono in ballo 25.000 posti di lavoro diretti“.

A questo pezzo di filiera si aggiunge tutto il comparto dei Concessionari sul quale si è abbattuto, come ha rilevato giustamente il direttore generale delle Dogane e dei Monopoli: “L’emergenza epidemiologica e il blocco totale della raccolta del gioco pubblico che ha comportato nel periodo da marzo e fino alla fine di giugno e dal mese di ottobre a gennaio 2021 un impatto profondo non solo sulle entrate erariali derivanti dal gioco ma anche sugli stessi bilanci dei concessionari di Stato con effetti ancora totalmente da individuare sul quadro economico complessivo e sullo stesso equilibrio delle concessioni”.

La crisi ha, dunque, effetti “diretti” sulle imprese e sui dipendenti dei Concessionari ed “indiretti” sui conti dello Stato, perché si tratta in questo caso di un segmento della filiera che funge da player e da motore dell’intero settore, svolgendo, oltre il ruolo di sostituto d’imposta nell’interesse dello Stato, anche quello di garante della legalità, della trasparenza e della regolarità di tutto il processo del gioco (si pensi, ad esempio al collegamento delle varie “macchinette” alla Sogei).

Il cittadino italiano ha una particolare propensione al gioco, per cui davanti alle restrizioni per Covid ha continuato a giocare, indirizzandosi verso il gioco illegale ed in particolare verso le piattaforme che vengono intercettate dall’Agenzia e dalla Guardia di Finanza, l’impegno perciò è quello di riportare sull’ambito del gioco legale queste attività, come dimostrano le brillanti operazioni portate a termine dal benemerito corpo di polizia finanziaria. Eccone solo alcune, che dimostrano che la criminalità organizzata opera su tutto il territorio nazionale.

1) Operazione “ALL IN” conclusa nel giugno 2020 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo che, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha eseguito misure cautelari personali nei confronti di 10 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori con il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale e del complesso aziendale di 8 imprese, 5 delle quali titolari di concessioni governative. Le indagini hanno consentito di riscontrare l’interesse di “Cosa Nostra” nella gestione delle concessioni statali dei giochi e delle scommesse sportive e di individuare un gruppo di imprese dedite a riciclare denaro di origine illecita. I profitti ottenuti grazie alle attività di gioco, con volumi pari a 100 milioni di euro, contribuivano al sostegno economico delle famiglie dei consociati in regime detentivo.

2) Operazione “DIRTY SLOT” conclusa dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, che ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 10 soggetti, per i reati di estorsione, truffa informatica, gioco d’azzardo e violazione della normativa a contrasto degli illeciti in materia di apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento. (a)

3) Operazione “MERCATO” conclusa nel luglio 2020 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, unitamente al Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, nei confronti di 39 persone fisiche e di 14 imprese, tra cui 10 esercenti l’attività di sale giochi, per i reati di riciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori.

4) Operazione “CRISTALLO” del Gruppo di Torino, che ha consentito di scoprire un software sviluppato specificamente per le A.W.P. (new slot2), installabile mediante una periferica usb, che permetteva di alterare abusivamente i contatori fiscali.

Il sistema di frode, creato a danno dei giocatori, permetteva un’illegale riduzione della percentuale di vincite erogate (c.d. payout), assicurando al proprietario/gestore degli apparecchi illeciti proventi.

L’operazione si è conclusa con la denuncia di 142 soggetti per i reati di frode informatica e di interruzione illecita di comunicazioni telematiche, con il sequestro di 354 videoslot e di 882 nulla osta.

5 – 6 – 7) Operazioni “REVOLUTIONBET”, “SCOMMESSA” e “GALASSIA”, che hanno portato al sequestro di beni per un valore di circa 1 miliardo di euro, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriclaggio, illecita raccolta di scommesse online e fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei guadagni conseguiti. Le attività investigative, svolte dallo S.C.I.C.O. e dai Nuclei di polizia economico-finanziaria di Catania, Bari e Reggio Calabria e dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, sotto il coordinamento delle locali Direzioni Distrettuali Antimafia, hanno interessato numerosi esponenti della criminalità organizzata radicata nei singoli distretti e hanno permesso di accertare un complesso sistema organizzato di raccolta illegale di scommesse su eventi sportivi e non, gestito con modalità mafiose, tramite un circuito parallelo illecito costituito da piattaforme informatiche che ha garantito un volume di giocate stimato in oltre 4,5 miliardi di euro.

In questa direzione di marcia bisogna continuare se si vuole perseguire con efficacia l’obiettivo principale delle forze dell’ordine, G.d.F.; Polizia di Stato e Carabinieri, che oltre al contrasto alla criminalità, è anche quello di tutelare tutti gli attori della filiera regolare e legale del gioco dalla concorrenza sleale di operatori abusivi e i giocatori da proposte di gioco illegali, insicure e prive di alcuna garanzia, salvaguardando le fasce più deboli, prime fra tutte i minori, la salute del cittadino consumatore ed, in genere, l’ordine pubblico”.

Fonte: https://www.jamma.tv/attualitasx/pedrizzi-ex-presidente-commissione-finanze-senato-covid-gli-italiani-hanno-continuato-a-giocare-indirizzandosi-verso-lillegale-219058